CFI Vademecum Carpista

Leggi il Vademecum del carpista realizzato dai carpisti che frequentano il forum ufficiale di CFI.

L’auspicio è che “Il Vademecum del carpista” diventi un caposaldo per i tanti praticanti di questa tecnica.

Una vera e propria guida realizzata grazie all’intervento dei tanti appassionati e al contributo del forum CARPEDIEMCFI Vademecum Carpista

CFI Vademecum Carpista.

E’ il primo vademecum nella storia del carpfishing ed è il frutto dell’esperienza di chi pratica questa pesca da tempo. Sono pratici consigli per affrontare al meglio le sessioni di pesca, ma soprattutto un segno distintivo del buon carpista. Un corretto approccio assicura noi nell’azione di pesca ed è da esempio per gli altri. Questo consentirà al carpfishing di vivere ancora per molto tempo.

Capitolo 1

SICUREZZA PERSONALE

Questo punto è il più importante. Se ci succede qualcosa, non ci può essere niente altro!Il buon senso può non bastare e pochi accorgimenti e alcune regole di primo soccorso possono rivelarsi preziosissime. Ricordiamoci che prevenire e quindi fare più attenzione “prima”, significa evitare problemi “dopo”.

NUMERI UTILI:

sempre e comunque ricordarsi di memorizzare sul cellulare il numero per le emergenze sanitarie (118) e quelli di pubblica utilità (112 per i carabinieri, 113 per la polizia di stato, 115 per i vigili del fuoco, e il numero “locale” della polizia provinciale del posto che avremo recuperato prima di partire).

INFORMARE GLI ALTRI:

prima di partire informare sempre bene parenti e/o amici dove andiamo esattamente e per quanto tempo ci soffermeremo (in caso di cambiamenti occorre aggiornarli).

PRECAUZIONI:

informarsi bene dove abbiamo intenzione di andare e prendere tutte le precauzioni del caso (vestiario adeguato, pantaloni lunghi, scarpe alte, ma anche vaccini).

VALIGETTA DÌ PRONTO SOCCORSO E MEDICINALI:

ricordarsi di portare sempre con se il classico kit di pronto soccorso che deve contenere: betadine/disinfettante, garza sterile in buste e in rotoli da 5cm almeno di altezza, confezione di rete elastica, 1 laccio emostatico, 1 paio diforbici, rotolo di cerotto da 2,5 cm x 5, cerotti, cotone idrofilo, 2 paia di guanti sterili monouso, 2 buste di ghiaccio pronto). Per chi è abituato a prendere medicinali specifici, ricordarsi di portarli dietro, insieme a pomate per scottature e punture di insetti.

VESTIARIO:

usare sempre un vestiario adeguato alla stagione / portarsi almeno un ricambio di vestiti / abiti lunghi soprattutto d’estate per evitare incontri spiacevoli.

ATTENZIONE AGLI ALCOLICI:

limitare al minimo l’assunzione di alcolici perché rallentano i riflessi e alterano percezione e coscienza e questo può avere anche gravi conseguenze nelle uscite in barca come anche nelle normali operazioni a riva.

NO ALLA DROGA:

sostanze stupefacenti e droghe di qualsiasi natura, oltre a mettere a repentaglio la tua vita e quella degli altri, alterano le capacità psico-fisiche causando molto spesso danni permanenti alla salute; nella pesca, così come nella vita, la droga ti allontana dall’essere te stesso. STANNE LONTANO!

Per le REGOLE DI PRIMO SOCCORSO.

Occorre fare alcune premesse:

1a premessa:

MAI IMPROVVISARSI MEDICI E FARE COSE INUTILI O CHE NON SAPPIAMO perché possiamo peggiorare la situazione. Si devono solo dare/darsi quei “primi aiuti” in attesa dell’ambulanza (che avremo chiamato prontamente).

2a premessa:

non bisogna mai sottovalutare un problema, neanche quelli più piccoli perché possono aggravarsi improvvisamente (molto meglio allarmarsi per nulla).

3a premessa:

tutto quello che segue lo si trova anche nei manuali di primo soccorso in modo più dettagliato. Ognuno si assume le proprie responsabilità nell’applicazione pratica di quanto riportato.

FOTO CON IL PESCE IN ACQUA MAI QUANDO:

– siamo accaldati e l’acqua è fredda (anche se il fondale è basso)

– siamo in fase digestiva

Perdita di coscienza e arresto respiratorio possono essere improvvisi (anche per un nuotatore esperto, e anche su acqua bassa.)

SOCCORSO IN ACQUA:

solo in situazioni estreme, solo se non si è accaldati o in fase digestiva, solo se si sa nuotare, solo con giubbino salvagente, porgendo un salvagente (la persona agitata è capace di portarci giù). Se si è in barca, far aggrappare la persona sul bordo della barca senza issarla onde evitarne il ribaltamento.

Per sapere come portare una persona a riva è necessario approfondire sulle tecniche di nuoto per salvamento e comunque, una volta a riva è sempre meglio chiamare il 118 perché potrebbe esserci arresto respiratorio e quindi quello cardiaco.

DOLORE TORACICO:

dolore al centro del petto, unito a formicolii alle braccia (soprattutto quello sinistro) sudorazione fredda e pallore, difficoltà respiratoria sono i principali segni di un probabile arresto cardiaco. Chiamare immediatamente il 118 ed evitare di muoversi e di bere.

ALIMENTAZIONE:

Mangiare in modo adeguato significa mettere in corpo gli zuccheri necessari per il sostentamento (e la sicurezza personale).

Poco può portare a debolezza/svenimento (e relative conseguenze).

Mangiare troppo appesantisce e rende difficile e lunga la digestione (e relative conseguenze).

Bere poco porta a disidratazione (e relative conseguenze).

L’ALCOOL E I SUOI EFFETTI:

rallentamento dei riflessi, difficoltà di coordinamento motorio con possibile perdita di equilibrio, alterazione delle percezioni (anche e soprattutto della temperatura esterna). Questi, durante l’azione di pesca, portano alle conseguenze che si possono ben immaginare, soprattutto se si deve uscire in barca!

EMORRAGIA LIEVE ESTERNA:

compressione diretta/tamponamento con garza sterile (il laccio emostatico va usato SOLO in situazioni estreme perché può provocare necrosi dei tessuti).

FERITA SUPERFICIALE:

lavare con acqua pulita (no acqua corrente perché favorisce il sanguinamento), disinfettare, medicare.

FERITA PROFONDA CON EMORRAGIA ESTERNA:

in questi casi non bisogna mai temporeggiare e anche i secondi sono preziosi: chiamare immediatamente il 118, tamponamento (e pressione) con garze sterili (anche tante e senza rimuoverle) con bendaggio (sempre in compressione) e attesa soccorsi.

FERITE PROFONDE ALLA TESTA:

vanno trattate in modo diverso perché possono esserci conseguenze “interne”. E’ necessario ospedalizzare quanto prima (chiamare il 118).

OGGETTO CONFICCATO:

chiamare il 118, l’oggetto non va mai estratto e la persona va immobilizzata (mantenendo l’oggetto fermo così come è), attesa dei soccorsi.

PERDITA DÌ COSCIENZA:

posizione supina (disteso e pancia all’aria) e gambe sollevate (posizione “antishock”) chiamando la persona sino a svegliarlo. La persona deve rimanere in posizione antishock per un po’ e poi si deve rialzare lentamente. Non si deve assumere acqua perché si rischia il soffocamento.

Se non riprende coscienza, mettere sul fianco (posizione laterale di sicurezza) e chiamare subito il 118 perché può trattarsi di cose più gravi: coma (in caso di soggetto diabetico) o arresto cardio-circolatorio o altro. Non dare da bere.

SOSPETTA FRATTURA:

meno ci si muove meglio è! (evitare spostamenti/trascinamenti che possono peggiorare la situazione). Mai tentare di piegare/raddrizzare l’arto (ogni eventuale movimento deve essere fatto spontaneamente dall’infortunato). Non camminare, no muoversi.

Per il trasporto è necessaria l’immobilizzazione con oggetto rigido e fasciatura.

E’ sempre e comunque meglio chiamare il 118 e attendere servizio qualificato.

Ricordarsi che un arto leso può anche provocare emorragia interna e richiedere un’ospedalizzazione immediata!

EMATOMA:

borsa di ghiaccio secco sulla zona interessata appena subito dopo il trauma.

CRAMPI:
muovere la parte interessata per allungare i muscoli (stretching), massaggiare delicatamente.

USTIONE LIEVE:

acqua fresca corrente subito dopo (meglio evitare il ghiaccio direttamente sull’ustione), non staccare i vestiti (e quindi la pelle), coprire l’ustione con garza sterile (e umida).

USTIONE GRAVE:

chiamare il 118, eventuale posizione antishock (gambe sollevate). No polvere sull’ustione, no medicamenti. Coprire il paziente perché c’è il pericolo di ipotermia (reazione di abbassamento della temperatura corporea). Se l’ustione è coperta da indumenti, non bisogna rimuoverli perché si rischia di strappare la pelle.

COLPO DÌ CALORE

“può provocare un collasso, ma può anche portare alla morte quindi non bisogna mai sottovalutarlo”:la persona va portata al fresco, se cosciente deve bere molta acqua (possibilmente salata), il raffreddamento deve avvenire con gradualità.

Se è freddo e sudato sollevare le gambe e coprire.

Se è caldo e asciutto e sta male chiamare il 118, coprire con lenzuolo bagnato, ventilare.

CONGELAMENTO(arti congelati):

riscaldare la parte interessata (con delicatezza), allentare ciò che stringe per facilitare la circolazione, muovere/massaggiare (se la parte non è indurita) per far riprendere la circolazione. Cambiare i vestiti se bagnati.

IPOTERMIA (associata a brividi, pelle bianca, stanchezza, torpore):

mangiare e bere (lentamente) assumere cibo e bevande energetiche (tè forte, caffè, cioccolata), coperta per riscaldare (gradualmente), posizione gambe sollevate, no alcolici. Cambiare i vestiti se bagnati.

INTOSSICAZIONE:

chiamare il 118 e informare su come la persona è entrata in contatto con la sostanza tossica (per via orale o respiratoria)

MORSO DI VIPERA.

PREVENZIONE:

meglio prevenire e quindi evitare erba alta, rocce e muri di pietra, cespugli, casolari abbandonati, indossare calzature alte e pantaloni lunghi e spessi, farsi sentire calpestando bene il terreno, mai lasciare a lungo le porte dell’auto aperte, restare immobili e indietreggiare lentamente (mai reagire di scatto).

CURA:

non agitarsi e muoversi lentamente (altrimenti il veleno entra in circolo prima), fasciatura da monte verso il morso e quindi verso l’estremità dell’arto (ritarda la propagazione del veleno). Deve essere stretta, ma non troppo (ci deve passare un dito, pur con difficoltà).
Laccio emostatico solo se non sono disponibili fasce, non troppo stretto (non deve chiudere le arterie come ad esempio quella femorale), lo si deve posizionare 10 cm sopra al morso, spostarlo qualche cm più in su ogni 30 minuti e segnare l’orario, arto immobile, lavare con acqua ossigenata (o pulita, no alcool), in caso di trasporto cercare di far muovere la persona il meno possibile.

ZECCHE:

rimuoverla con pinzetta (senza premere troppo) e movimento rotatorio delicatamente (per evitare di lasciare il rostro attaccato nella pelle), medicare e riferire al proprio medico del morso.

VESPE:

estrarre pungiglione passando delicatamente la lama di un coltello, lavare con acqua fresca, disinfettare, mettere ammoniaca (vendono degli stick in farmacia), bendare.
In tutti i casi va ovviamente considerato anche l’utilizzo di medicinali specifici (pomate, pastiglie, disinfettanti, vaccini e sieri, ecc…).

Capitolo 2

AMBIENTE, POSTAZIONE E ATTREZZATURA

Il Carpfishing è una tecnica di pesca che permette di passare piacevoli momenti immersi nella natura.
Il vero carpista è prima di tutto un vero amante della natura e sa bene quanto importante sia portarle rispetto e dare l’esempio ai pescatori vicini.
Decidi le tue mete di pesca non solo in base alla presenza di big carp; il carpfishing e il contatto con la natura sono un patrimonio prezioso che è giusto valorizzare.
Ricordiamoci che in molte province c’è voluto molto tempo per modificare i regolamenti che impedivano, di fatto, la pratica del carpfishing. Gesti sconsiderati e poco educati mettono a rischio i risultati ottenuti grazie all’impegno di carpisti che hanno sacrificato tempo per migliorare le condizioni di pesca di tutti.
Portare rispetto significa preservare i posti di pesca per molto tempo ancora e quindi poter continuare a pescarci.

REGOLAMENTI:

quando vai in un posto a pescare informati sempre sui regolamenti!

POSIZIONAMENTO:

quando decidi di posizionare la tenda in un determinato luogo ricorda che è di fondamentale importanza risultare il più mimetico e discreto possibile. Il vero carpista sa integrarsi perfettamente nella natura senza dare troppo nell’occhio. Una tenda sa offrire spazio sufficiente per la tua sessione, gazebo o teloni troppo grandi sono assolutamente fuori luogo. Non tagliare alberi, rami, non modificare la natura che ti circonda; il vero carpista sa integrarsi all’ambiente in cui pesca. Siamo ospiti della natura e un piccolo spazio è sufficiente per la nostra tenda. Radio e televisioni non sono a tema con l’ambiente naturale ma qualora tu decida di usarli fallo in maniera discreta.

NON ACCENDERE MAI FUOCHI A TERRA!

Il fuoco può estendersi rapidamente a tutto ciò che c’è intorno con conseguenze facilmente immaginabili.

STUFA? NO GRAZIE!

Meglio non usare la stufa dentro alla tenda. Ricorda che il rischio di addormentarsi con la stufa accesa è molto elevato e ciò può portare a conseguenze drammatiche. Le stufe a gas possono facilmente cadere e innescare rapidamente un incendio.

ILLUMINAZIONE:

siate discreti anche con le luci utilizzate! I fari da cinema non servono! Non usare il generatore di corrente, oltre ad essere per nulla indispensabile, è poco consono al nostro stile di pesca e decisamente inopportuno.

CURA DEL POSTO:

tieni sempre pulita e in ordine la tua postazione. E’ il modo migliore per preservare lo spot di pesca e poterci tornare e sarà il biglietto da visita per chiunque ti veda…guardie, altri carpisti o turisti di passaggio. Occupiamo il nostro tempo libero, in attesa di una partenza, ripulendo la postazione da eventuali rifiuti presenti, un buon carpista deve sempre dare l’esempio. Non lasciamo l’attrezzatura sparsa sulle rive del lago, quando abbiamo finito il suo utilizzo riponiamola nella tenda. Evitiamo quindi di lasciare in giro tavolini con vettovaglie, secchielli, sacchetti dell’immondizia. Ricordati che non basta raccogliere l’immondizia nel sacchetto, poi bisogna ricordarsi di portarla via per poi gettarla nei cassonetti. Utilizza un barattolo per i mozziconi di sigaretta e poi ricordati di mettere anche questo nel sacchetto dell’immondizia. Per i propri bisogni corporali è sempre meglio scavare una buca e poi ricoprirla

ATTREZZATURA:

non fare sfoggio della tua attrezzatura, non è quella che ti fa essere un grande carpista! Questo inoltre può attirare su di te l’attenzione di malintenzionati!

Capitolo 3

USO DELLA BARCA E METODO DÌ PESCA

Ricorda che la barca prima di tutto deve garantire la nostra sicurezza.
Nella fase di acquisto scegliamo un modello consono alle nostre necessità, ma soprattutto teniamo sempre in considerazione che è meglio un po’ più grande e stabile, specie se ci saliamo in due.
Valuta sempre le prestazioni fornite dal mezzo (come non andresti in autostrada con una bicicletta, non allontanarti troppo dalla riva in un grande lago con un canotto o una barchina pieghevole.)

REGOLAMENTO –  REPERIRE E LEGGERE BENE IL REGOLAMENTO VIGENTE NELLA ZONA
EFFICIENZA DELL’IMBARCAZIONE:

presta sempre la massima cura per la manutenzione della barca; le barche in pessime condizioni sono molto pericolose!

DOTAZIONI DÌ BORDO:

è necessario rispettare le norme previste dalla legge per la navigazione e avere a bordo sempre le dotazioni di sicurezza previste per il tipo di barca in uso. Per barche che fanno ausilio di motore elettrico è necessario avere eventuale libretto o dichiarazione di potenza del motore e/o certificato di omologazione, polizza assicurativa, eventuale patente nautica laddove richiesta, remi. Per tutte le imbarcazioni: giubbini salvagente!

SALVAGENTE:

per utilizzare una qualsiasi imbarcazione è assolutamente indispensabile avere un giubbino salvagente e DEVE ESSERE SEMPRE BEN ALLACCIATO! nel caso di utilizzo di giubbotti autogonfiabili cambiare annualmente il kit di gonfiaggio

TRASFERIMENTI CON LA BARCA:

non sovraccaricare mai la barca oltre la sua portata. Inoltre è importantissimo un corretto bilanciamento della barca quindi ricordati di bilanciare bene i pesi (pescatori compresi.)

CALARE GLI INNESCHI:

se si portano fuori le lenze farlo al tramonto per ritirarle all’alba, soprattutto in quei posti dove ci sono altri pescatori e dove vige un regolamento preciso in merito. In presenza di ostacoli desistere dal calarvi la lenza, meglio qualche pesce in meno che km di lenza a spasso per il lago. Usare sempre montature sicure per la carpa in caso di rottura.

POSIZIONE IN BARCA E RECUPERO DEL PESCE:

non si combatte una carpa in barca stando in piedi ed è meglio sempre tenere il baricentro basso per un maggior equilibrio e controllo. Non ci si piega mai in avanti sul bordo della barca (trasbordo), bisogna invece stare più centrali possibile, allungando solo le braccia fuori dal bordo. A questo proposito meglio avere degli “stabilizzatori”. Non lasciamo oggetti liberi di muoversi tipo batterie, eco, ecc.. ma cerchiamo piuttosto di fissarli in qualche modo. Se dopo un combattimento ci troviamo con la carpa nel guadino non cerchiamo di issarla a bordo ma piuttosto lasciamola in acqua, sarà un bene sia per lei che per noi. Ricordati che, anche se sei un buon nuotatore, se la barca si rovescia ti trovi ad affrontare una situazione di pericolo alla quale non sei abituato e si finisce per andare a fondo!!!

LONG RANGE:

pescare a lunga distanza comporta maggiori rischi, quindi è sempre meglio non farsi prendere la mano e abusarne. Se vediamo che gli hot spot sono molto lontani da dove ci troviamo, valutiamo di cambiare una postazione. Ricordiamoci che: i pesci sono anche sotto i nostri piedi, ci sono anche gli altri e che il rispetto degli altri e un corretto comportamento ci consentirà di far vivere questa pesca per molto tempo ancora. Anche in questo caso, osservare il regolamento vigente della zona!

CONDIZIONI METEO AVVERSE:

mai uscire in barca in presenza di forte vento, e tenere sempre a mente che soprattutto nei grandi laghi le condizioni atmosferiche possono peggiorare nel giro di pochi minuti!

Capitolo 4

CURA E MANTENIMENTO DEL PESCATO

Il Carpfishing è una tecnica di pesca nella quale il rispetto del pescato ha primaria importanza.

Non è solo il “Catch & Release” ad essere un punto fermo per questa disciplina; il rispetto totale verso le nostre prede che tanto ci fanno divertire, ci porta a trattarle con cura e attenzione.
Fondamentale è essere attrezzati bene per non arrecare danno al pesce.
Ricorda che TUTTI I PESCI MERITANO RISPETTO, anche quelli che noi chiamiamo “di disturbo”! Avere cura del pesce che portiamo a guadino servirà per continuare a pescare per molto tempo ancora.
Rispetta anche tutti gli animali che durante le sessioni vengono a farti visita, non hai alcun diritto di maltrattarli.

REGOLAMENTO:

PROCURARSI e LEGGERE BENE IL REGOLAMENTO CHE VIGE NEL LUOGO DÌ PESCA DOVE CI’ RECHEREMO e controllare quali eventuali limitazioni esistono in relazione ai punti in questione;

IL GUADINO:

deve essere di generosa apertura; una volta guadinata la carpa, lasciala riposare in acqua dentro al guadino per qualche istante. Se sganciamo le stecche dal guadino è preferibile non arrotolare/stringere troppo la rete, cercando di mantenere il pesce nella posizione più naturale possibile fino a quando non è adagiato sul materassino.

IL MATERASSINO:

sia che la carpa venga adagiata in barca o a riva è di fondamentale importanza che ciò avvenga sopra un morbido MATERASSINO, di adeguate dimensione e precedentemente bagnato (soprattutto quando è stato per molto tempo al sole!)

PESATURA e FOTO:

le operazioni di pesatura e di fotografia devono avvenire nel minor tempo possibile; occorre rimanere concentrato su quello che si sta facendo e comunque senza mai allontanarsi dalla carpa che potrebbe uscire dal materassino (si possono anche utilizzare materassini “a chiusura”). Cadute accidentali della carpa possono causarle TRAUMI MORTALI. Ricordarsi di bagnare spesso il pesce tenendo a portata di mano un secchio o una bottiglia con acqua (anche le mani dovrebbero essere sempre bagnate, pena l’effetto “ferro-da-stiro” sul pesce). Quando sollevi la tua cattura, tienila più vicino possibile al petto e appoggiala su di te se tende a sfuggirti. Sono da evitare assolutamente guanti o stracci. Anelli, braccialetti e orologi, è meglio toglierli perché possono provocare danni al pesce e togliere il muco protettivo.

CARP-SAC E UTILIZZO:

un vero carpista sa che è meglio non utilizzarlo. Cerca di limitare al massimo il suo utilizzo (divieto d’uso nel periodo di pre e post frega e in alcuni posti dove il regolamento lo vieta). Qualora si intenda utilizzarlo e ove sia consentito, il carp-sac deve essere di adeguate dimensioni e con maglie abbastanza larghe (ma non troppo!) tale da assicurare un corretto ricambio d’acqua/ossigeno (evita quelli economici che fanno la bolla d’aria e non consentono un adeguato passaggio dell’acqua). Il carp-sac deve avere un lungo cordino, deve essere legato bene e con attenzione. I cordini “di serie” generalmente non sono molto lunghi, quindi è consigliabile munirsi di cordino che funga da prolunga, il quale dovrà essere assicurato da ambo i lati nel modo più saldo possibile. Ricorda che un carp-sac può ospitare una sola carpa! Ricorda che MAI devi usare il CARP-SAC con gli AMUR! Non sopravvivrebbero! Lasciare le sacche in punti con acqua profonda e prestare la massima attenzione in tutti quei bacini di origine idroelettrica che possono avere sbalzi di livello anche di un metro in poche ore.

IL RILASCIO DEL PESCE:

il rilascio è la fase più delicata; fai entrare lentamente la carpa in acqua e trattienila per qualche istante, muovila dolcemente avanti e indietro, quando sarà reattiva lasciala andare. Gli Amur sono più delicati, hanno bisogno di più tempo; mentre trattieni un Amur massaggia il basso ventre per far uscire l’aria che ha incamerato; quando farai fatica a tenerlo fermo, lascialo andare.

IMPARA A GODERE DI QUESTO MOMENTO, il rilascio deve essere una gioia per un carpista e il coronamento di una cattura! Ricorda infine che spostare un pesce da uno specchio d’acqua ad un altro e un atto immorale e ignobile (che il più delle volte causa la morte del pesce) oltre ad essere un reato perseguito dalla legge (D.Lgs. 148/2008).

Puoi prendere visione e scaricare, in formato pdf, il Vademecum Carpfishing, cliccando sull’icona qui a fianco 

Condividi

Torna in alto