Conferenza bracconaggio carpitaly 2017

Conferenza bracconaggio carpitaly 2017

Conferenza bracconaggio carpitaly 2017

Conferenza bracconaggio carpitaly 2017

Riflessioni:

Serve dialogare con chi  ti ascolta in modo il più delle volte superficiale? E serve proporre iniziative o progettualità rivolte a tutelare il più possibile le nostre acque quando coloro a cui sono rivolte le accettano parzialmente tralasciandone la parte maggiormente incisiva?

Me lo sono chiesto molte volte nell’ultimo decennio, durante il quale sono state moltissime le corrispondenze e gli incontri con la  politica  e con le amministrazioni la risposta che mi davo ogni volta è sempre stata la stessa si, si deve fare.

Si deve fare, per dare un senso all’immane lavoro che le ridotte forze dell’ordine in generale, coadiuvate dalle Guardie Volontarie e da gruppi di generose e responsabili persone svolgono nel nostro territorio.

Individui, questi ultimi, talvolta sconosciuti che sacrificano tempo e denaro in una attività la loro, di puro volontariato, che ha la capacità di tenere accesa quella luce di speranza che si sta però sempre più attenuando.

Si deve fare perché non posso credere che quella parte di ragion di stato, ancora sorda, non arrivi a formalizzare una legge, severa, incisiva nei confronti di tutti gli atti di pesca illegale, che ormai non hanno più limiti nell’esecuzione e nessun confine territoriale.Serve il penale !

Si deve fare, perché ad ogni intervento con cui viene colpita l’illegalità  si spera che la politica il giorno dopo  garantisca a tutti gli organi di vigilanza un adeguato supporto economico, di uomini e di mezzi e la possibilità di applicare leggi più inflessibili.

Si eviti di ostacolare con norme e regolamenti limitanti la voglia di crescere delle attività di volontariato, anzi si supportino con ogni mezzo.

Lo dissi in tempi non sospetti che la nuova legge sul bracconaggio aveva dei lati deboli e che poco avrebbe influito per bloccare il fenomeno.

Ora siamo qui nuovamente a sollecitare quella parte di politica ancora distante affinché attui un vero braccio di ferro contro l’illegalità a tutela delle nostre acque.

Non vi sembra strano che noi,cittadini, ancora, si continui a chiedere questo, solleciti la politica a fare quello che dovrebbe essere nella normalità delle cose vista la situazione?

Il territorio le sue risorse sono anche vostre e siete voi ad avere il potere di legiferare e voi avete l’obbligo di difenderle con ogni mezzo; e per favore tralasciamo il ridicolo “richiamo verbale”.

Io credo che alla politica dovrebbe bastare il realistico e spettacolare  video proiettato ad inizio conferenza, dove le immagini e i commenti a contorno parlano chiaro.

Ma non solo sul bracconaggio si deve intervenire bisogna anche amministrare la pesca professionale in modo diverso. I dati dicono che settimanalmente partono, con regolarità, dai cinque ai dieci viaggi di 700 kg di pesce prelevato dalle acque interne per i mercati esteri.

La pesca di mestiere nelle acque ciprinicole di tipo B deve essere gestita come nelle acque di tipo A, ovvero vietata, salvo particolari eccezioni da valutare caso per caso nei bacini di grandi dimensioni.

I prelevamenti delle specie ittiche,tutte,da parte dei pesca sportivi necessitano essere ridotti al minimo se non vietati per talune specie.

A questo devono seguire imponenti campagne di controllo atte a stroncare fino all’ultimo illegale.

Non esistono altre cure!

Agostino Zurma

Presidente Nazionale CFI

Componente Tavolo Blu Regione Veneto

Componente commissione ittica provincia di Rovigo

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